«La mia panchina che resiste ai vandali: è indistruttibile e ignifuga»
A Lodi è nata la panchina antivandali. Resiste ai colpi di spranga e alle bottigliate, non si scompone di fronte alle bombolette spray ed è immune al fuoco. Non ha un nome altisonante («Veristello»), ma le sue doghe sono a prova di teppisti.
Da due settimane è un marchio brevettato riconosciuto dal ministero dello Sviluppo Economico. A inventarla è stato un lodigiano, Marco Folletti, e a testarla sul campo il Parco Nord di Milano che nel giro di sette anni ha sostituito tutte e 1.500 le sue panchine classiche in legno con quelle brevettate a Codogno. «È un’idea nata dieci anni fa parlando con un dirigente del Parco Nord, disperato perché si spendevano troppi soldi nella manutenzione delle panchine. I vandali ne combinavano di tutti colori: le segavano, le imbrattavano, le prendevano a bottigliate, saltavano sulle doghe e le incendiavano», ricorda Folletti, 46enne imprenditore della Bassa Lodigiana specializzato in attrezzature da giardino. Lui e il socio Alessio Brilli hanno cominciato a pensare a un tipo di doga simile a quella di legno, ma in materiale più solido.
Il risultato è un pvc super resistente: «Abbiamo impiegato anni per mettere a punto la mescola – racconta l’imprenditore -; all’inizio era troppo morbida e la panchina “collassava”, allora abbiamo inserito un’anima in ferro ma l’effetto era pessimo». La versione definitiva sposa in pieno la filosofia green : «Ha una vita infinitamente più lunga del legno – spiega Folletti -, resiste agli urti, è lavabile, ignifuga e interamente riciclabile. Le scritte degli imbrattatori possono essere eliminate facilmente ed è impossibile bruciarla». Una manna per gli amministratori pubblici alle prese con il vandalismo quotidiano. Che infatti hanno cominciato a ordinare la panchina: dopo il Parco Nord anche il Comune di Milano le ha richieste per cambiare gli arredi a una piazza, seguito dal Comune di Piacenza, mentre a Lodi una società calcistica locale le ha adottate per il proprio campo sportivo.
Dopo la registrazione del marchio, Folletti ha iniziato a usare il suo pvc anche su altri arredi, a partire dai cestini portarifiuti per i parchi pubblici. Rendendo, se possibile, la vita un po’ più difficile ai teppisti.
di Francesco Gastaldi
26 settembre 2019, Corriere della Sera